IL POLLICE NERO NON ESISTE

Un po’ di tempo fa mi ero fissata che dovevo alzarmi alle 6 tutte le mattine per andare a camminare. Ogni giorno il mio cervello mi dava un’infinità di opzioni per non farlo e io per convincerlo del contrario usavo una quantità di energia, che in confronto correre sotto la pioggia controvento era un sollievo.

Un giorno la mia amica Elisa, mi ha parlato del libro di Trabucchi “Perseverare è umano”. È un libro di qualche anno fa (2012), scritto da uno psicologo dello sport. Non credevo che io e lui avessimo molto da dirci quindi l’ho iniziato con un po’ di sufficienza, convinta che lo avrei abbandonata dopo poche pagine. Non tanto per il titolo che mi piaceva molto ma per il fatto che io e lo sport siamo 2 entità molto lontane. Invece, ho dovuto ricredermi, non solo è stato utile per le mie sveglie mattutine ma anche per il mio lavoro.

Ecco in breve cosa ho tratto da questo libro che può esserti utile con le tue piante:

1 Il pollice nero non esiste e Mozart non era un genio

Pare infatti, che il concerto n° 9 K 271, che rese Wolfang un genio riconosciuto in tutto il mondo, fosse il frutto di 10 anni di duro lavoro e non certo di improvvisazione. L’autore sostiene, che per troppo tempo, nello sport (e non solo), si sia parlato in modo errato del “Talento” come se fosse una dote innata e speciale minimizzando il grande impegno e la costanza necessari per raggiungere qualsiasi obiettivo.

Per lo stesso motivo sostengo che sia sbagliato parlare di “pollice nero” o “pollice verde” perchè nessuno nasce con questa caratteristica innata. Anche con le piante, come nello sport, è tutta una questione di pratica, esercizio, costanza, tentativi ed errori.

2 L’importanza della regola delle 10mila ore

A proposito di esercizio, Anders Ericsson, parla della regola delle 10.000 ore. Pare che, prima di diventare davvero bravi, esperti o “talentuosi”, si debba passare attraverso 10 mila ore di pratica. E non basta un approccio passivo, ci vuole intenzionalità, interesse e passione per quello che si sta facendo. Fai un breve calcolo e verifica quante ore di pratica hai raggiunto nella cura delle tue piante.

3 L’unica scorciatoia sono le piante artificiali

Nella vita, come con le piante, le scorciatoie non esistono. Ci vuole costanza, empatia e tanto tempo e dedizione per raggiungere una buona relazione con questi esseri viventi.

“La scomparsa dell’impegno lascia spazio all’adorazione delle scorciatoie: abbiamo una pillola per raggiungere senza fatica qualsiasi obiettivo” – basta guardare come ovunque spuntino piante di plastica, belle, perfette, immobili e che non richiedono alcun tipo di cura.

4 La resilienza è il concime perfetto

Questo concetto, di moda qualche anno fa, torna utile. La resilienza infatti è la capacità di andare avanti, di continuare nonostante i fallimenti, gli ostacoli e le difficoltà. È la spinta che ti porta a ricomprare l’ennesima pianta di edera, a ricominciare a prenderti cura delle piante nonostante la difficoltà nel comprendere le loro necessità. In quei momenti rispondi a valori più alti, come il riavvicinarsi alla natura, l’imparare a prenderti cura, l’empatia e a credere che ne valga ancora la pena.

In attesa di vedere cosa succede alla 10.000esima ora, buon divertimento

“E comunque anche un cambiamento circoscritto è sempre meglio di nessun cambiamento”